La città del Secondo Novecento
Dalla fine degli anni ’30, contemporaneamente all’approccio razionalista, emergono visioni urbanistiche che prevedono il fallimento del concetto di metropoli: si tratta delle concezioni antiurbane di città-regione di Frank Lloyd Wright, anticipatrici delle visioni utopistiche megastrutturali degli anni ’60 e ’70 che vengono proposte da diversi gruppi ‘radicals’.
Con la fine del boom economico e l’affermazione della società postindustriale caratterizzata dal benessere e dall’individualismo, assistiamo alla successiva logica della citazione e del recupero classicista insito nella città postmoderna, che ormai ha lasciato il posto all’idea di una città contemporanea tesa a ricomporre gli equilibri ambientali perduti e le relazioni urbane attraverso il riuso di aree dismesse e l’interconnessione di rete.
Il tema della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici ha invece attualmente portato gli architetti a formulare progetti per future città-foresta, autosufficienti dal punto di vista energetico e capaci di integrare la natura con l’architettura.